giovedì 18 Settembre 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

“CRISI SENZA PRECEDENTI”

Durate un evento in Pennsylvania, l’ex presidente statunitense Barack Obama ha attaccato la retorica violenta supportata dalla Casa Bianca in seguito all’assassinio di Charlie Kirk, affermando che l’amministrazione Trump stia spingendo il Paese verso una crisi politica senza precedenti.

“Quando sento non solo il nostro attuale presidente, ma anche i suoi collaboratori che in passato hanno definito gli oppositori politici ‘parassiti’, nemici che devono essere ‘presi di mira’, vuol dire che siamo davanti ad un problema più ampio, qualcosa con cui dovremo fare i conti”, ha affermato.

Poche ore dopo l’annuncio della morte di Kirk, Trump aveva dichiarato che la “sinistra radicale” era “direttamente responsabile del terrorismo a cui stiamo assistendo oggi nel Paese”.

Durante il suo discorso di martedì, Obama ha affermato che il presidente repubblicano abbia sfruttato l’uccisione dell’influencer conservatore per promuovere una falsa narrazione politica, affermando che la sua incapacità di unire gli americani di qualsiasi estrazione sociale equivale a una “crisi mai vista in precedenza”.

“Quello che sto descrivendo non è un valore democratico o repubblicano. È un valore americano”, ha detto Obama. “E penso che in momenti come questo, quando la tensione è alta, parte del compito del presidente sia quello di unire le persone”.

L’ex leader democratico ha inoltre contrapposto Trump ad altri repubblicani del passato, come George W. Bush, John McCain e Mitt Romney, che, a suo dire, credevano nell’unità del Paese. Obama ha anche fatto riferimento a Dylann Roof, il suprematista bianco che ha ucciso nove persone di colore in una chiesa di Charleston, nel North Carolina, nel 2015.

“Come presidente degli Stati Uniti, la mia risposta non è stata: chi può aver spinto questo giovane problematico a commettere quel tipo di violenza? E ora lasciatemi andare contro i miei avversari politici e usare questa violenza”, ha detto.

In questi giorni contraddistinti da enormi tensioni, Trump ha affermato di voler unire gli USA dopo l’assassinio, ma ha al contempo incolpato un “gruppo di lunatici della sinistra radicale” per aver ostacolato l’unità nazionale. Dopo l’omicidio, la Casa Bianca ha anche annunciato una nuova stretta contro i gruppi “terroristici” di sinistra.

In seguito, Stephen Miller, vice capo dello staff del presidente, ha rincarato la dose, affermando: “Nell’ultimo messaggio inviatomi, Charlie Kirk mi ha detto che dobbiamo smantellare e affrontare le organizzazioni di sinistra radicale di questo paese che fomentano la violenza. Lo faremo”.

“La cosa più importante è ampliare l’indagine sull’assassinio. Non bisogna ragionare su un singolo omicidio ma su una cospirazione più ampia”, ha invece dichiarato Steve Bannon, fedelissimo MAGA. “Se dobbiamo andare in guerra, andremo in guerra”. (In collaborazione con The Voice of New York)

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