“C’è aroma nei suk, e freschezza, e varietà di colori. L’odore, che è sempre piacevole, cambia a poco a poco secondo la natura delle merci. Non esistono nomi, né insegne, e neppure vetrine. Tutto ciò che si vende è in esposizione. Non si mai quanto costeranno gli oggetti, né essi hanno infilzati i cartellini dei prezzi, né i prezzi sono fissi” [dal racconto I suk, E. Canetti]
di Sara Di Antonio

Recarsi in una città del Mediterraneo che abbia avuto una dominazione araba: Cordova, Siviglia, Casablanca o Marrakech sono perfette.
Scendere i gradini di un hammam, un pomeriggio qualsiasi.
Pavidamente, annegare le lacrime tra i vapori, essere consapevoli che nessuno giudicherà i singhiozzi o ascolterà i sospiri.
Decidere che la pelle morta che viene portata via dall’acqua insaponata sono soprattutto peccati, come dice l’Islam, o i vostri pensieri impuri, il che è poi lo stesso.
Constatare con soddisfazione che assieme ad essi si possono mandare via le fatiche, le ostinazioni, le illusioni perdute (e ritrovate).
Definire che ogni arabesco è un crogiolo di possibilità inesplorate, e di gratitudini per ciò che avete. Imparare ad avere pazienza, mentre donne sconosciute vi grattano la pelle con un guanto ispido, e quasi vi sgridano, per poi guidarvi tra stanze minuscole e profumate e pettinarvi i capelli, questa volta cerimoniose.
Ascoltare una lingua in lontananza, che non è la vostra. Stabilire che la felicità può arrivare anche dopo un bagno di vapore caldo, a migliaia di chilometri da casa, e che spesso arriva quando siamo particolarmente lontani, ma vicini a noi stessi.
Salire i gradini che riportano all’uscita leggere, financo stropicciate; e con la stessa tranquillità scendere le scalette dell’aereo che riportano a casa.
Se avete vent’anni, come mia figlia, correrete poi in piscina con le amiche, non appena ritornate nel vostro Paese, immemori della crisi amorosa del giorno precedente. Se avete qualche anno in più, non potrete fare a meno di sorridere fra voi, per quanto è strana la vita, mentre si torna alla normalità.