martedì 5 Agosto 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

ESTATE FLOP / Spiagge semideserte: più stranieri che italiani. Si sorvola sui prezzi alle stelle / Boom della montagna

Non è incoraggiante il primo bilancio delle presenze turistiche in Italia a luglio, che sembra mostrare dati preliminari decisamente peggiori rispetto all’inizio della bella stagione. Secondo quanto dichiarato dal presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio Antonio Capacchione, sono stati presenti “presenti più stranieri che italiani”. Partiamo dai dati.

“In termini di presenze e di consumi in spiaggia il mese di luglio è stato peggiore di giugno” aggiunge Capacchione, spiegando che il dato scaturisce da un primo bilancio della stagione balneare effettuata sulla base della percezione dei loro Associati. “Se da una parte a giugno abbiamo registrato un aumento complessivo di presenze e consumi pari a circa il 20%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – è la riflessione – al contrario a luglio la riduzione complessiva, sempre in termini di presenze e consumi, è stata di circa il 15% (con punte del 25% in Calabria ed Emilia-Romagna)”. Viceversa, si è registrato un “segno positivo anche questo mese in Sardegna e Puglia”

Sui nostri litorali si è riscontrato pun numero maggiore di turisti stranieri a fronte di una diminuzione degli italiani, a conferma dell’attrattività del nostro Paese nel mercato internazionale delle vacanze. Come per gli anni precedenti le presenze in spiaggia si sono concentrate, principalmente, nei fine settimana a riprova di una difficoltà economica delle famiglie italiane-

“Per le presenze straniere che, quindi, hanno un peso specifico maggiore rispetto a quelle italiane, si è registrato  meno tedeschi e più turisti provenienti dai Paesi Scandinavi e dell’Est Europa. In definitiva i primi 2 mesi dell’estate 2025 hanno offerto una fotografia della sofferenza della domanda turistica interna e di alcuni Paesi europei che, tradizionalmente, caratterizzavano la stagione delle vacanze in Italia.

ANALISI CHE SORVOLANO SUI PREZZI. IL FUTURO E’ DEL PANINARO
I padroni delle spiagge si lamentano per i pochi turisti. Ho visto in un bagno della riviera adriatica un menu scritto sulla lavagnetta: tagliolini alla corsara a 20 euro, serviti alla bel’ e meglio Piu’ che alla corsara sono i tagliolini dei pirati della filibusta.
E le famiglie, alla quale viene negato il salario minimo, scappano a comprare la piadina. Il futuro del turismo italiano, va da se’ , e’ del paninaro. E presto rivedremo i baracchini del cocomero e molti gestori dei bagni a 5 stelle aprire un forno per vendere bomboloni. Insomma, ritorneremo a essere davvero un Belpaese.

Nonostante i risultati in controluce snocciolati dal Sindacato Italiano Balneari, rimane l’ottimismo secondo l’indagine di Tecné, realizzata per Federalberghi, di pochi giorni fa che sottolinea come nell’estate 2025 saranno in viaggio 36,1 milioni di italiani, con un giro di affari pari a 41,3 miliardi di euro e una crescita dell’1,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un terzo dei vacanzieri (33,6%) farà più di un periodo di vacanza oltre quello principale: di questi il 41,3% farà almeno un altro periodo di svago; il 31,4% ne farà due e il 17,5% farà tre periodi di vacanza tra giugno e settembre, confermando la tendenza, già in atto da tempo, a dividere in più segmenti le ferie estive.  Inoltre, nella stagione più “alta”, il tempo delle ferie si estende da giugno a settembre, con un aumento delle partenze nei mesi cosiddetti “periferici” e una conseguente destagionalizzazione naturale della domanda turistica. In definitiva, la “vacanza tipo” si accorcia, da 10,3 a 10 giorni in media,ma si moltiplica in termini di frequenza. Ciò definisce una tipologia di turista che cambia stile di vita e ridisegna a propria misura gli spazi del tempo libero, frammentandolo secondo una strategia tutta personale e incentrata su una maggior attenzione al proprio benessere

Quali sono le mete preferite? Le destinazioni di maggior presa saranno comunque quelle di mare, sebbene lo studio evidenzi un peso maggiore nella scelta delle destinazioni naturalistiche e meno affollate, a dimostrazione della sensibilità sempre crescente degli italiani verso bellezze naturali, ambiente e tranquillità. In tutto ciò, l’Italia si conferma comunque la regina delle destinazioni preferite, con un 88% delle preferenze. Tra le regioni più gettonate nello Stivale vi saranno: Toscana, Emilia-Romagna, Sicilia, Puglia, Lombardia, Campania e Sardegna. Il 76,9% opterà per il mare, il 16% prediligerà montagna, laghi e località termali mentre il restante 4,2% sceglierà località d’arte e cultura

La vacanza principale costerà nel suo complesso (includendo viaggio, vitto, alloggio e divertimenti) 888 euro a persona (circa 89 euro al giorno). Le ulteriori vacanze sono più contenute dal punto di vista della durata: in media 4,4 giorni per un costo complessivo di 518 euro (circa 117 euro al giorno). Il volume di affari sarà di 41,3 miliardi. Giugno contribuirà per circa 11 miliardi, luglio per 12,4 miliardi, agosto per 15,9 miliardi e settembre per 2 miliardi.

ALTRI DATI

«Paghiamo la crisi del potere d’acquisto del ceto medio» allarga le braccia Maurizio Rustignoli, presidente Fiba (federazione dei balneari)-Confesercenti, dal suo punto di osservazione della Riviera romagnola. Vero, ma allora perché inmontagna l’estate sta regalando immagini di lunghe code per le escursioni più popolari? Andare in vacanza sulle Dolomiti è più economico di una settimana a Sabaudia o a Milano Marittima.

Perché si va meno al mare? C’è la crisi del modello “lettino più ombrellone”. Racconta Walter De Cassan, presidente di Federalberghi Belluno, che significa Dolomiti: «Da noi sta andando molto bene, ci sono molti turisti. Tanti italiani, ma anche tanti stranieri, perfino da Cina, Corea del Sud, Giappone, Thailandia, Canada. Mentre le spiagge sono deserte.

A luglio, secondo il Sindacato italiano balneari, c’è stato in Italia un calo delle presenze del 15 per cento, con punte del 25 in Romagna e Calabria. Non va meglio in Toscana e nel Lazio. In parallelo, uno studio di Assoturismo-Confesercenti dice che  “il turismo estivo in montagna continua a crescere, in totale controtendenza rispetto al mare. Da noi prevale una vacanza dinamica – si legge nello studio pubblicato dal Messaggero – che ti consente ogni giorno di camminare, vedere paesaggi bellissimi e differenti». L’overtourism rischia di travolgere anche le località montane? In alcune zone i flussi sono difficili da gestire. Basta spostarsi dalle Dolomiti per trovare aree altrettanto belle, ma poco frequentate, come Roccaraso, in Abruzzo.

Sulla Riviera romagnola, soprattutto a Rimini, si paga la fine del flusso dei russi. Non si era mai visto un calo di presenze durante la settimana in queste dimensioni. E molti operatori turistici sostengono che “puntare su un turista che trascorre ore sotto l’ombrellone non funziona più”.

ANALISI CHE SORVOLANO SUI PREZZI. IL FUTURO E’ DEL PANINARO
I padroni delle spiagge si lamentano per i pochi turisti. In un bagno della riviera adriatica il menu scritto sulla lavagnetta consigliava tagliolini alla corsara a 20 euro, serviti alla bel’ e meglio. Piu’ che alla corsara per molti villeggianti sono tagliolini dei pirati della filibusta. E le famiglie, alla quale viene negato il salario minimo, scappano a comprare la piadina. Il futuro del turismo italiano, va da se’ , è del paninaro. E presto, azzarda qualcuno, rivedremo i baracchini del cocomero e molti gestori dei bagni a 5 stelle aprire un forno per vendere bomboloni. Insomma, si ritornerà a essere il Belpaese.

 

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