Dopo la presentazione del sorprendente rapporto “Non così piccoli, la diffusione dell’azzardo on line nei piccoli Comuni italiani”, a cura di Federconsumatori, Cgil e Fondazione Isscon, i dati continuano a suscitare l’interesse delle istituzioni locali e delle forze dell’ordine con la clamorosa sorpresa di un piccolo Comune della provincia di Padova, Anguillara Veneta, 4.161 abitanti. Nel 2022 registrava un dato di giocate poco superiore a quello provinciale, 1.231 euro, ma nel 2023 sono spuntati all’improvviso 40 milioni di euro che hanno portato il piccolo Comune all’incredibile media pro capite di 13.073 euro per ogni abitante tra 18 e 74 anni, 1.100 euro mensili, quasi 14 volte la media provinciale.

La domanda che viene rivolta con più frequenza è come sia possibile che in Comuni piccoli, con poche migliaia di abitanti, si possano registrare giocate online medie che superano i 1.000 euro al mese pro capite (popolazione di riferimento dai 18 ai 74 anni). Una prima risposta si trova nel sottotitolo che abbiamo dato al primo report “Libro nero dell’azzardo” (presentato a maggio 2024): “mafie, dipendenze, giovani”. Da un lato l’azzardo online è sempre di più diffuso fra le giovani generazioni, tra i nativi digitali, e contribuisce a sviluppare forme di dipendenza che faticano a essere individuate e curate(FOTO di  Brian A. Jackson / Courtesy Getty Images)

Dall’altro lato nei rapporti (che riportano anche valutazioni della Commissione Antimafia) si segnala che l’azzardo  praticabile su smartphone e pc, è una vera e propria prateria per il riciclaggio del denaro sporco. Anche i piccoli Comuni che fanno registrare quote giocate pro capite incredibilmente alte potrebbero rientrare in questa ultima fattispecie.

Ovviamente una parte di queste giocate anomale potrebbero essere ricondotte anche alla presenza, in un piccolo Comune, di uno o due giocatori “professionisti”, capaci di muovere somme ingenti (non necessariamente proprie) e capaci di alterare il dato complessivo di quella realtà. In questo caso saremmo di fronte ad una attività probabilmente legale, ma i soggetti preposti ai controlli potrebbero procedere con tutti gli accertamenti del caso. È del tutto evidente che non esistono le improvvise epidemie da azzardo, concentrate in un solo Comune.

La soluzione, ovviamente, è quella non di intraprendere la strada del proibizionismo – notoriamente inutile a combattere fenomeni analoghi – ma di regolamentare un settore che necessita una crescente attenzione. Il primo passo in questa direzione potrebbe essere quello di rendere fruibili e trasparenti i dettagli anche del gioco fisico, che potrebbero essere utilissimi proprio agli Amministratori dei Comuni italiani e delle Autorità competenti per effettuare verifiche e controlli. Inoltre, è necessario potenziare l’attività di indagine su possibili fenomeni di riciclaggio, anche in quelle parti dell’economia del nostro Paese dove l’evasione fiscale è molto diffusa. È necessaria, soprattutto, una Legge quadro nazionale che ponga regole e limiti nell’offerta.

Dobbiamo acquisire consapevolezza che siamo di fronte a un fenomeno sociale allarmante, con ricadute importanti anche nel campo sanitario, come ben sanno coloro che nella Sanità pubblica operano per contenere i danni portati dall’incontrollata e continua crescita dell’azzardo.

“Non così piccoli. L’azzardo online nei piccoli Comuni italiani” è il rapporto di Cgil, Federconsumatori e Fondazione Isscon che, a pochi mesi dalla seconda edizione del “Libro Nero dell’azzardo online”, mappatura dell’evoluzione dell’azzardo nelle regioni, nelle provincie e nei comuni a partire dai 10.000 abitanti, approfondisce i dati, mai esplorati in precedenza, dei 3.232 comuni italiani tra 2.000 e 9.999 abitanti, corrispondenti a un quarto della popolazione italiana e al 41% dei comuni. Un tentativo che trova non pochi ostacoli, il primo dei quali è rappresentato dalla limitazione alla diffusione dei dati della gran parte del gioco fisico decisa dal Parlamento nel dicembre 2019.

I Comuni italiani sono centrali in ogni tentativo di contenere la crescita dell’azzardo. 150 miliardi di gioco complessivo annunciato dall’Agenzia Dogane e Monopoli per il 2023, è infatti un numero talmente grande da diventare astratto, lontano. Se, invece, si esamina la propria città, se si studia quanto viene speso e perso nelle Slot, nel gioco online, nel Gratta&Vinci, inevitabilmente si dà corpo e sangue a quei numeri, se ne intuiscono l’enormità e le anomalie, in termini di disagio e possibili infiltrazioni criminali.

Dal rapporto emerge che, se mediamente si gioca di più nei medi e grandi centri, la quantità di anomalie nella fascia dei piccoli comuni è decisamente superiore. La regione che spende meno nel gioco online è il Veneto: Padova, con 960 euro annui giocati nel 2023, è lontanissima dagli oltre 3.200 euro di Messina, Palermo e Siracusa. Ma guardando ai piccoli comuni, quello dove si è giocato di più online nel 2023 è proprio in provincia di Padova, Anguillara Veneta, 4.161 abitanti. Nel 2022 si registrava un dato di poco superiore a quello provinciale, 1.231 euro, ma nel 2023 sono spuntati all’improvviso 40 milioni di euro, accuratamente riportati nelle tabelle dell’ADM, che hanno portato il piccolo comune all’incredibile media pro capite di 13.073 euro per ogni abitante tra 18 e 74 anni, 1.100 euro mensili, quasi 14 volte la media provinciale. I primi 3 comuni della classifica sono del Nord.

Nel report sul gioco nei piccoli Comuni, inoltre, si nota una anomala presenza di piccole città ad economia turistica: Capri, nel 2022 era già ai primissimi posti con 7.913 euro pro capite, saliti a 9.503 nel 2023; il limitrofo comune di Anacapri arriva a quasi 5.000 euro. L’ipotesi che si può avanzare è che una parte del ricavato dell’economia turistica, in particolare l’area di irregolarità che può investire questo settore, venga riciclata nell’azzardo online.

Al netto dei dati sorprendenti di alcuni Comuni del Nord, sono le Regioni del Sud a registrare il colore nero nella nostra mappa della diffusione dell’azzardo, anche nei piccoli centri. Nell’elenco dei comuni che fanno registrare almeno il doppio della media nazionale sono dieci i comuni palermitani, nove quelli di Messina e Lecce, otto di Cosenza, sette di Napoli, sei di Salerno e cinque di Vibo Valentia. Somme che, con prudenza, il Libro Nero ha quantificato in 16-18 miliardi, il 20-22% delle giocate complessive online. Con la sua “convenienza” (ogni 100 euro giocati ne tornano al giocatore mediamente 94, contro i circa 70-75% dei giochi fisici) il gioco online ha probabilmente assorbito una parte del riciclaggio esercitato nel passato attraverso le Slot.

Scarica IL RAPPORTO COMPLETO SUL GIOCO D’AZZARDO IN ITALIA

“Il Report ‘Non così piccoli’ rappresenta un approfondimento molto importante del Libro nero, considerando il ruolo che i Comuni possono e devono avere nella regolamentazione e nel contenimento di un’offerta che rischia di aumentare a dismisura, con conseguenze molto pesanti sulla salute dei cittadini, sul benessere delle comunità”, afferma la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi.

“Conoscere i dati, soprattutto quelli relativi ai Comuni piccoli e di medie dimensioni, che pensiamo più lontani da infiltrazioni malavitose – prosegue – è poi fondamentale per capire la reale portata del fenomeno e provare ad affrontarlo seriamente, anche dal punto di vista normativo, in termini di prevenzione. I recenti provvedimenti del Governo, vanno in tutt’altra direzione: invece di intervenire con una legge quadro che riduca l’offerta, si propongono misure pericolose, come la destinazione del 5% dei proventi dell’azzardo ai Comuni, o il tentativo di far ricomparire la pubblicità, sebbene in qualche modo mascherata, sulle maglie dei calciatori, aggirando il divieto esistente”.

“È ormai chiaro a molti che in Italia è necessario sgonfiare l’azzardo online, e sono necessarie politiche nazionali e locali per il contenimento di quello fisico”, afferma Michele Carrus, Presidente Federconsumatori. “Nessuno chiede di vietare l’azzardo: oltre che impossibile sarebbe anche controproducente, e alimenterebbe il canale illegale. Chiediamo, invece, di contenerlo, esaminando la materia attraverso un bilancio sociale, che metta a fianco delle entrate per la collettività, sotto forma di tasse, anche le uscite, in termini di costi sanitari e sociali, gli effetti sui bilanci personali, sulla disgregazione delle famiglie”.

“Al contrario, in nome di una presunta libertà d’impresa – conclude – si lavora alla riduzione ai minimi termini dei distanziometri, delle limitazioni d’orario, si lavora alla crescita dell’offerta e dei luoghi dove esercitarla. Non a caso questo è un settore dove mancano serie politiche europee, e dove in Italia la lobby dell’azzardo è molto ascoltata. Ai Comuni, grandi e piccoli, ai quali dedichiamo il nostro rapporto, chiediamo di opporsi a questa deriva. Oltre a ciò, chiediamo di avviare campagne educative e informative, soprattutto rivolte ai giovani, che sempre di più cadono vittima di questo fenomeno”.

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