sabato 2 Agosto 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

IL RACCONTO / “Ho provato sulla mia pelle l’America di Trump, fa paura”

Stefano Secchieri, psicoterapeuta di Ferrara, rilancia sui social il racconto di Gerardo Pavone su ciò che avrebbe dovuto essere un normale controllo del passaporto tra Canada e  Michigan e che ha evidenziato invece un arrogante e ingiustificabile comportamento alla frontiera da parte degli agenti americani. Lo stesso Pavone ha poi scritto un’amara riflessione: “Oggi negli Stati Uniti c’e’ solo una persona che puo’ dirsi veramente al sicuro. Razza bianca. Nato/a in America”. E’ il segno dei tempi, il segno di un’allarmante e imperdonabile involuzione. Secchieri si chiede se è davvero questo che vogliamo, per poi aggiungere: “Adesso succede in America, quando in Italia?”

di Gerardo Pavone

— Oggi ho provato sulla mia pelle l’America di  Donald Trump. E credetemi, fa paura. Tornavo a casa in Michigan, in auto, da un week-end trascorso con mio figlio che vive a Toronto, in Canada.
Al controllo passaporti americano a Detroit, dopo avere controllato il mio documento, un passaporto americano (sono anche cittadino degli Stati Uniti) mi chiedono perche’ sono andato in Canada. Spiego che sono andato a visitare mio figlio che insegna all’Universita’ di Toronto. Mi domandano dove abito. Do il mio indirizzo e aggiungo che vivo negli Stati Uniti da 25 anni. Con il mio passaporto in mano incominciano a battere ripetutamente e a lungo sulla tastiera del computer. Alla fine mi danno il passaporto e mi dicono di parcheggiare l’auto in un’area riservata.
Arrivano tre poliziotti che mi ordinano bruscamente (non chiedono, letteralmente ordinano) di uscire dall’auto. Mi tolgono il passaporto. Mi togono il cellulare. Mi tolgono le chiavi dell’auto. Mi tolgono il portafoglio. Senza la minima cortesia, senza un “please”. Poi mi ordinano di rovesciare le tasche per controllare se nascondo qualcosa. Quindi mi indicano una porta. Entro e mi lasciano a sedere in un grande stanza per circa 20 minuti, senza dirmi niente.
Sono stati, non lo nascondo, attimi in cui ero davvero spaventato. Senza documenti, senza telefono per chiamare qualcuno, senza portafoglio. Senza niente. Senza sapere perche’ tutto questo stava succedendo. Ero completamente in loro potere. Alla fine arriva un poliziotto con in mano il mio passaporto, che mi porta nel suo ufficio, mi fa qualche domanda, e si mette a scrivere per diversi minuti sul computer (cosa ha scritto? Ah, saperlo…). Poi mi restituisce il passaporto e mi dice che posso andare.
All’uscita trovo la mia auto con il cofano del motore aperto. Il bagagliaio aperto, con dentro la mia valigia, aperta. Tutti i finestrini abbassati. All’interno, il cassetto del cruscotto aperto, i documenti dell’auto sparsi nel cassetto. Persino gli occhiali da sole estratti dall’astuccio. I poliziotti mi ridanno le chiavi, il cellulare, il portafoglio e mi dicono che posso andare. Chiedo cosa e’ successo. Non mi rispondono. Non si scusano. Mi indicano l’uscita che devo prendere con l’auto. Richiudo il cofano, il bagagliaio, la valigia, e metto in ordine il cassetto del cruscotto. Nessuno mi aiuta. Vado via. Non fanno alcun gesto di saluto.
Vivo in USA da 25 anni. Sono uscito e tornato infinite volte. Non era mai successo…
*****
NOTA. Secchieri si chiede quando tutto ciò avverrà in Italia. Ebbene, siamo sulla buona strada. Duole constatarlo, ma siamo già precipitati in uno Stato repressivo con tratti di feroce determinazione: basta leggere il Decreto Sicurezza pensato e fatto diventare legge da un manipolo di politici di bassissima levatura, armati però di raro e inscalfibile cinismo. L’articolo 31, ad esempio, dà l’esatta dimensione della statura morale di chi attualmente ci governa. Viene introdotta, nell’indifferenza totale del Paese, la possibilità agli agenti dei servizi segreti non solo di infiltrare, ma addirittura di creare e dirigere associazioni terroristiche. I famigliari delle vittime delle stragi di mafia e di terrorismo hanno parlato di una «licenza criminale» attribuita agli 007 e alle barbe finte, i cui membri in passato sono stati condannati per vicende che hanno riguardato attentati, stragi e progetti eversivi.
Chi approva o avalla una vergogna del genere si può dire che è capace di tutto.
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