Un attacco con un drone israeliano ha colpito la zona dell’ospedale al-Quds nel quartiere Tal al-Hawa di Gaza City questo giovedì mattina, secondo quanto riferito da fonti mediche ad Al Jazeera. Secondo l’emittente, sarebbero 83 le vittime civili, numerosi i feriti. Decine di migliaia di residenti sono fuggiti sotto bombe e proiettili per rifugiarsi nelle zone centrali e meridionali di Gaza City

Le azioni della Borsa di Tel Aviv crollano per il sesto giorno consecutivo, dopo che la Commissione europea ha proposto di limitare gli accordi di libero scambio sui beni israeliani.

Ma ci pensa il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich a dare una iniezione di fiducia all’economia nazionale. Smotrich infatti, nel corso di un convegno sul rinnovamento urbano, ha affrontato la questione del “day after” nella Striscia di Gaza, definendo apertamente quella regione- martoriata da due anni di raid e dall’ultimo assalto dei Carri di Gedeone- una “bonanza immobiliare”. E non solo: ha rivelato alla platea che sarebbe già in corso una trattativa con gli Stati uniti “su come dividere le percentuali sui terreni”.

A svelarlo è Ynetnews, sito di notizie del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, subito ripreso dalle testate di tutto il mondo. “Sullo sfondo della visione utopica che circola anche nell’amministrazione Trump, il ministro- racconta la testata israeliana –  ha anche affermato che la ricostruzione di Gaza diventerebbe, tra le altre cose, un investimento immobiliare redditizio perché ‘ho già avviato i negoziati con gli americani’”.

Smotrich ha assicurato che si tratta di un “business plan” voluto dall’amministrazione “costruito dalle persone più professionali e competenti in circolazione”. E ha aggiunto che “il piano è attualmente sulla scrivania del presidente degli Stati Uniti”. E ancora “Donald Trump- ha concluso- sta verificando come questa cosa diventerà una manna dal cielo immobiliare – non sto scherzando – e si ripagherà da sola”.

Un altro quotidiano, The Times of Israel, riferisce invece del crollo delle azioni della Borsa di Tel Aviv, per il sesto giorno consecutivo. A contribuire alla caduta, la decisione della Commissione europea di sospendere la parte commerciale dell’accordo di associazione con Israele, che “alimenta l’incertezza sulle conseguenze che l’offensiva a Gaza City avrà sull’economia del Paese”, riferisce la testata.

“C’è preoccupazione rispetto all’Unione Europea che sta esercitando pressioni concrete sulle relazioni commerciali con Israele”, ha infine dichiarato al Times of IsraelRonen Menachem, economista capo dei mercati della Mizrahi Tefahot Bank. “Ogni volta che sentiamo critiche più dirette sulla condotta di Israele a Gaza, ciò alimenta il nervosismo nei mercati finanziari, creando incertezza tra gli investitori sulle implicazioni dell’offensiva nella città di Gaza e sulla guerra in corso con Hamas”, afferma. Incertezze accresciute nei giorni scorsi anche a seguito della dichiarazione del Primo Ministro Benjamin Netanyahu su “Super-Sparta”. Secondo il premier infatti Israele si trova ad affrontare un crescente isolamento e potrebbe essere costretto a trasformarsi in un’economia autosufficiente con “caratteristiche autarchiche”, dunque “una sorta di super-Sparta”.

UN GENOCIDIO PIANIFICATO DA TEMPO 

(Agenzia Dire – www.dire.it) – Svegliatevi, una casa al mare non è un sogno”. Questa frase, apparentemente di poco conto, in realtà è la prova che Trump non ha proposto nulla di nuovo e che a trasformare Gaza nella “riviera del Medio Oriente”, non sarà solo l’attuale presidente degli Stati Uniti. Basti ricordare che a dicembre 2023, a soli tre mesi dal 7 ottobre, l’azienda israeliana Harey Zahav, che si definisce “leader nel mercato immobiliare in Giudea e Samaria”, ha pubblicato un’immagine annunciando la costruzione di appartamenti di lusso fronte mare nella Striscia. L’episodio, che ha scatenato molte critiche, è stato ridimensionato a semplice ‘scherzo’ dal proprietario della Harey Zahav, Zeev Epshtein. Lo stesso Epshtein però, ha dichiarato al quotidiano norvegese Verdens Gang che la sua azienda, in quanto privata, non può prendere decisioni simili ma nel caso in cui lo Stato di Israele decidesse di rioccupare la Striscia, si candiderebbe per vincere le gare di appalto.

Se l’annuncio dell’agenzia Zahav è stato fatto passare come uno scherzo, a dichiarare apertamente l’intenzione di “creare comunità ebraiche sulla spiaggia dorata di Gaza” è stata Daniella Weiss, intervistata da Francesca Mannocchi a fine maggio scorso. 78 anni, considerata la leader dei coloni israeliani, Weiss si definisce “una sionista attivista”. “Ho 50 anni di esperienza nel rendere le colline popolate di comunità ebraiche. Faremo lo stesso a Gaza”, ha detto mostrando degli opuscoli già pronti con grattacieli moderni affacciati sul mare. Prenderemo la Striscia e la divideremo in lotti e li distribuiremo ai soldati e alle loro famiglie“, ha detto Weiss. E alla domanda “dove dovrebbero andare i palestinesi?” ha risposto: “In Egitto, Turchia, Canada, Stati Uniti, in tutti i paesi del mondo. Gli insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata sono stati denunciati da Nazioni Unite e Unione europea, in quanto si configurano come una pratica illegale che viola il diritto internazionale. Sono inoltre indicati tra le cause secondo cui, per Amnesty International, Human Rights Watch e B’Tselem, Israele applicherebbe un regime di apartheid sulla popolazione palestinese.

LA CRONACA DI MERCOLEDI’ 17 SETTEMBRE

Israele ha annunciato una nuova rotta “temporanea” per consentire la fuga da Gaza City dei residenti, dopo aver lanciato l’offensiva di terra e un massiccio bombardamento della principale città del territorio palestinese. La via di fuga è attraverso Salah al-Din e resterà aperta solo 48 ore. La via Salah al-Din attraversa la Striscia di Gaza da nord a sud. Finora l’esercito aveva esortato i residenti a lasciare Gaza City attraverso la strada costiera verso quella che definisce una “zona umanitaria” più a sud, che comprende parti di al-Mawasi .

Israele ha scatenato la sua offensiva di terra a lungo minacciata inviando carri armati e autoblindo telecomandate imbottite di esplosivo per le strade, sfidando le critiche internazionali e le conclusioni di una commissione delle Nazioni Unite secondo cui sta commettendo un “genocidio”. Il Ministero degli Esteri israeliano ha ovviamente respinto il rapporto della commissione definendolo “distorto e falso”. Secondo l’esercito l’offensiva richiederà “diversi mesi” per essere completata.

ERDOGAN: “NETANYAHU COME HITLER”. “Chi governa Israele non è altro che una rete di assassini che ha trasformato la propria visione radicale in un’ideologia fascista. In questo senso, Netanyahu è praticamente imparentato ideologicamente con Hitler. Possiede questa caratteristica”. Lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, parlando con i cronisti di rientro dal vertice di Doha. Lo riporta Anadolu. “Proprio come Hitler, influenzato dai progressi compiuti, non fu in grado di prevedere la sconfitta che lo attendeva, Netanyahu subirà lo stesso destino finale. Io credo in questo”, ha aggiunto.

 

LA CRONACA DI IERI, MARTEDI’ 16 SETTEMBRE

Sarebbe di almeno 41 morti il bilancio delle vittime palestinesi uccise dall’alba dall’esercito israeliano a Gaza City. I raid si sono intensificati nelle ultime ore, tanto che i media internazionali, definiscono quello in corso, “l’assalto finale”. Attraverso una imponente invasione di terra, con carri armati, caccia e droni, l’idf ha costretto i palestinesi a fuggire nella notte, senza avere nemmeno una meta sicura. Molti testimoni hanno raccontato ad Al Jazeera che i bombardamenti hanno causato numerosi sfollati e che altrettanti sono costretti a restare perché non sanno più dove andare.

“L’invasione di Gaza City espone centinaia di migliaia di civili palestinesi al rischio di morte e sfollamento”. Lo dichiara il ministero degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese denunciando “un tentativo di trasformare Gaza City in una fossa comune e in una terra inabitabile”. Il ministero chiede “un intervento internazionale urgente ed eccezionale per proteggerei civili nella città di Gaza”, definendo “il fallimento della diplomazia internazionale nel fermare la guerra sospetto e ingiustificato”.

Axios sostiene che i raid israeliani sarebbero partiti dopo l’incontro avvenuto in Israele tra Netanyahu e Rubio. Il segretario di Stato americano infatti, avrebbe riferito al premier dell’appoggio del presidente Trump sulle operazioni di terra, a patto che queste si concludano il prima possibile. Rubio ha sottolineato che, viste le operazioni militari in corso di Israele “pensiamo di avere una finestra di tempo molto breve per raggiungere un accordo: non abbiamo più mesi, probabilmente ci restano giorni, forse qualche settimana”. Ad essere preoccupati per quanto sta avvenendo nella Striscia, sono anche i parenti degli ostaggi israeliani. Secondo il Time of Israel, alcuni di loro, si sarebbero accampati con i sacchi a pelo fuori l’abitazione di Netanyahu in segno di protesta.

Il ministro della Difesa israeliano Katz ha scritto che “Gaza sta bruciando. L’IDF sta colpendo con pugno di ferro le infrastrutture terroristiche e i soldati dell’IDF stanno combattendo coraggiosamente per creare le condizioni per il rilascio degli ostaggi e la sconfitta di Hamas. Non cederemo e non ci tireremo indietro, finché la missione non sarà completata“.

Mentre a Gaza City prosegue l’assalto dell’Idf, una commissione indipendente d’inchiesta delle Nazioni Unite ha accusato Israele di “genocidio”. Nel rapporto si legge: “La Commissione conclude che le autorità israeliane e le forze di sicurezza israeliane hanno l’intento genocida di distruggere, in tutto o in parte, i palestinesi nella Striscia di Gaza”. La presidente Navi Pillay, durante un’intervista rilasciata ad Al Jazeera, ha spiegato che la Commissione ha raggiunto tale conclusione dopo aver analizzato gli ordini e le dichiarazioni di Benjamin Netanyahu, Yoav Gallant e Isaac Herzog: “Poiché questi tre individui erano agenti dello Stato, sotto la legge, lo Stato è ritenuto responsabile. Quindi diciamo che è lo stato di Israele che ha commesso un genocidio”, ha detto Pillay. Immediata la replica dell’ambasciatore israeliano a Ginevra che ha criticato il rapporto definendolo “scandaloso e diffamatorio”. (In collaborazione con l’Agenzia Dire – www.dire.it)

I media della Striscia di riferiscono che centinaia di carri armati israeliani sono entrati in via AloJalaa, nel cuore di Gaza City. Nello stesso momento sono stati segnalati violenti attacchi con droni ed elicotteri Apache. L’obiettivo dell’esercito di Israele – secondo alcuni media – è distruggere tutte le abitazioni dei palestinesi per non farli tornare mai più. Intanto, da Washington arriva il monito del presidente Trump: “Hamas non usi gli ostaggi come scudi umani”. E’ il segno evidente che la feroce invasione di Gaza, pianificata da Israele per cancellarla dalle mappe, stia avvenendo con l’avallo della Casa Bianca.

Secondo fonti palestinesi, gli attacchi dell’esercito israeliano si stanno concentrando in tre quartieri di Gaza city: Sheikh Radwan, Al-Karama e la costa, e Tel Al-Hawa dove le truppe stanno usando ‘bombe robot’. Nel mentre, come si riesce a capire dai video postati sui social da Gaza, si sente il fuoco di artiglieria, i bombardamenti aerei e il volo di elicotteri. Gaza city è sotto un fuoco intensivo. Gli abitanti riferiscono che sono stati costretti a evacuare verso est e sud: la strada è invasa di mezzi. Migliaia di palestinesi della Striscia si stanno dirigendo verso Sud.

Alla luce delle notizie del massiccio attacco a Gaza City e dell’ingresso di carri armati nel cuore della città, i media israeliani riferiscono che le famiglie dei rapiti si stanno dirigendo verso la residenza del primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme. Tra i partecipanti alla marcia, Einav Tsangaoker, la madre del rapito Matan Tsangaoker, Ofir Breslavsky, il padre del rapito Rom Breslavsky, e Anat Engerst, la madre del soldato rapito Matan Engerst.

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L’Hostages Families Forum di Israele lancia “un disperato appello” per proteggere i propri cari, accusando il primo ministro Benyamin Netanyahu di averli sacrificati, si legge sul Times of Israel. “La 710° notte a Gaza – afferma il gruppo – potrebbe essere l’ultima notte nella vita degli ostaggi che sopravvivono a malapena, e l’ultima notte in cui sarà possibile localizzare e restituire gli ostaggi uccisi per una degna sepoltura”. Il Forum sostiene, scrive ancora la testata israeliana, che un numero significativo dei 22 ostaggi considerati vivi da Israele siano detenuti a Gaza City. “Il primo ministro sta consapevolmente scegliendo di sacrificarli sull’altare di considerazioni politiche” aggiunge il gruppo, accusandolo di aver ignorato i consigli del Capo di stato maggiore delle Idf, che avrebbe messo in guardia contro l’operazione.

Una fonte della sicurezza israeliana ha affermato, parlando con la tv pubblica Kan, che “l’Idf sta attaccando la città di Gaza con forza”. L’esercito israeliano sta attaccando in questi minuti con aerei da guerra, artiglieria e droni, i raid stanno provocando enormi esplosioni che si possono sentire da lunga distanza. I media della Striscia segnalano 37 attacchi in 20 minuti e una fuga di massa dalla zona nord-occidentale della città di Gaza. Nei video postati sui social il cielo dell’enclave appare arancione. Il rumore di intense esplosioni si sente anche nel centro di Israele.

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