venerdì 4 Ottobre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

LE FABBRICHE DI MARCHETTE

La stampa italiana si sta trasformando in una enorme e indistinta fabbrica di “marchette”. Anziché notizie su ciò che avviene nel mondo e in Italia, i grandi giornali pubblicano articoli a pagamento scritti dagli editori (editori, si fa per dire, ndr). In buona sostanza, come avviene alla Gedi (controlla la Repubblica e la Stampa)  già poco capace di continuare a produrre auto competive, e che ora pretende di saper gestire anche i giornali, cosa diversa e di gran lunga più difficile che fare i costruttori.

Anche al Sole 24 Ore, quotidiano economico della Confindustria, il malessere per le ingerenze della proprietà è evidente, a tal punto che il Comitato di Redazione ha ritenuto di dover esprimere solidarietà ai colleghi di Repubblica. In pratica, la stampa italiana si avvia a diventare un enorme marchettificio con la conseguente caduta di credibilità e prestigio.

25 settembre 2024 (da professionereporter.eu) — La Repubblica non sarà in edicola domani e dopodomani. Lo ha deciso l’assemblea dopo ore di discussione. Duecentotrenta sì, trenta no, 15 astenuti. Salta buona parte della copertura della “Italian Tech Week”, tre giorni di eventi a Torino, interviste, dibattiti e masterclass sulle tecnologie nei settori di arte, mobilità, alimentazione, healthcare, Intelligenza artificiale e clima. Dal 25 al 27 settembre presso le Officine Grandi Riparazioni, organizzate da Vento, il chapter italiano del fondo di investimento Exor Ventures, affiancato da Gedi Gruppo Editoriale, l’editore de la Repubblica. Un fiore all’occhiello che, a questo punto, non sarà raccontato come previsto.

E la causa dello sciopero è proprio l’Italian Tech Week. Infatti oggi è uscito con Repubblica un inserto di cento pagine con degli articoli che solo apparentemente sembrano giornalistici ma per i quali molte aziende hanno versato contributi. Ma questo, sull’inserto, non ci sarà scritto, i lettori non saranno consapevoli di leggere articoli che sono stati visionati, corretti, limati e aggiustati da uomini della Exor. Così “l’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di “Repubblica” sceglie di scioperare per protestare contro le gravi ingerenze nell’attività giornalistica da parte dell’editore, delle aziende a lui riconducibili e di altri soggetti privati avvenuti in occasione dell’evento Italian Tech Week. Da tempo – spiega il comunicato diffuso dal Cdr della testata – denunciamo i tentativi di piegare colleghe e colleghi a pratiche lontane da una corretta deontologia e dall’osservanza del contratto nazionale.

La direzione ha il dovere di apportare ogni correttivo e presidio possibile per rafforzare le strutture di protezione della confezione giornalistica di tutti i contenuti di “Repubblica”, tema sul quale nei mesi scorsi è già stata votata una sfiducia all’attuale direttore. Ma ci rivolgiamo anche all’editore – e non padrone – di “Repubblica” John Elkann affinché abbia profondo rispetto della nostra dignità di professionisti e del valore del nostro giornale, testata con una propria storia e identità che non può essere calpestata. La democrazia che ogni giorno difendiamo sulle nostre pagine passa anche dal reciproco rispetto dei ruoli sul posto di lavoro. Ci appelliamo infine ai nostri lettori: questa redazione non ha mai venduto l’anima. E non sarà mai disposta a farlo”.

LA SOLIDARIETA’ DEL SOLE 24 ORE (Giornale della Confindustria)

Sono due elementi molto “gravi” nell’attuale crisi dell’editoria italiana. Lo sostiene il Comitato di redazione del Sole 24 Ore, in una nota di sostegno ai due giorni di sciopero proclamati dall’assemblea de la Repubblica. Il Cdr esprime solidarietà per lo sciopero indetto nei giorni 25 e 26 settembre e “il tentativo di boicottaggio denunciato dai colleghi, a opera dei vertici della testata”. Nonostante l’astensione dal lavoro dei giornalisti, Azienda e Direzione hanno deciso di trasmettere la diretta dell’evento “Italian Tech Week” sul sito del giornale.

Secondo il Cdr del Sole, le ragioni dell’agitazione – le gravi ingerenze sull’attività giornalistica da parte dell’editore, delle aziende a lui riconducibili e, indirettamente, dei soggetti che a vario titolo prendono parte agli eventi organizzati dall’azienda – qui in Italia rappresentano uno snodo decisivo del futuro dell’informazione e interrogano l’intero settore”

Settore “animato da editori che pretenderebbero di sopperire all’endemico calo delle copie vendute con una sempre più spinta diversificazione nella direzione di marketing ed eventi. Ma i giornali non sono banner pubblicitari a disposizione di inserzionisti e partner vari: qualsiasi tentativo di valorizzazione del brand di una testata giornalistica non deve prescindere da qualità dei contenuti offerti ai lettori, netta separazione tra informazione e marketing – sacro e profano –, nonché da un’ineccepibile condotta deontologica. Diversamente, segheremmo noi stessi il ramo su cui tutti quanti siamo seduti. Perché il giornalismo si serve, non ci si serve del giornalismo”.

Al Sole 24 Ore la redazione è già intervenuta per denunciare interventi sui contenuti della proprietà, la Confindustria. Nel novembre 2020, a causa di questo fu anche votata una sfiducia al Direttore Fabio Tamburini, con 97 voti contro 16.

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