mercoledì 19 Novembre 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

MANOVRA / Bonus di 1.500 euro a chi iscrive i figli alla scuola privata paritaria

 Il centrodestra prova a sostenere le scuole paritarie  proponendo la creazione di un voucher di 1.500 euro per le famiglie che decidono di scegliere per i propri figli le scuole private di primo e secondo grado. La misura è emersa tra gli emendamenti alla manovra. E’ stata proposta e firmata dalla senatrice  Maria Stella Gelmini, di Noi Moderati.

Prevede  un “buno scuola“, per le famiglie “che scelgono un’istituzione scolastica paritaria”. L’importo è di 1.500 euro per ogni figlio iscritto, cumulabile agli incentivi eventualmente stanziati dalle singole Regioni,fino a un massimo di 5.000 euro. Il sostegno è rivolto sia agli studenti delle scuole medie che a quelli delle superiori, a condizione che si tratti di un istituto paritario. Il contributo si riceve sotto un certo limite di reddito: possono accedere al contributo soltanto le famiglie con unIsee inferiore ai 30mila euro. Il costo della misura è stimato in 20 milioni di euro, a cui Noi Moderati intende provvedere con un taglio al fondo per gli interventi strutturali di politica economica.

La mano tesa alle scuole paritarie è destinata a far discutere e infatti c’è già stato chi ha attaccato la proposta. Il M5s ad esempio, ha parlato di “ennesimo tradimento della scuola pubblica”: lo ha detto a Fanpage Barbara Floridia, esponente M5S in commissione cultura al Senato. La proposta era già spuntata lo scorso anno, in quel caso da parte di Fratelli d’Italia. Si trattava sempre di 1.500 euro, ma il reddito poteva arrivare fino a 40mila euro.

Un luogo comune, fino a qualche annno fa, era rappresentato dalla considerazione che le scuole private, in prevalenza cattoliche, siano migliori di quella pubblcihe. Ebbene alcune indagini e studi degli esperti condotti a più riprese negli anni addietro dicono altro.

Il minore costo pubblico di uno studente della scuola privata rispetto a uno di quella pubblica non vuol dire infatti, come si è cercato di far credere, che la prima sia più efficiente, anzi. Il dato sta a significare che gli istituti privati riescono a contenere i costi grazie al maggior ricorso a docenti senza contrato o precari, e a scuole tecnologicamente meno attrezzate. Insomma, le scuole private costano meno perché sono peggiori, sia per chi ci lavora che per chi le frequenta. Ma non è tutto.

Uno studio Ocse afferma che i risultati degli studenti provenienti da scuole private sono generalmente peggiori rispetto a quelli di chi frequenta le scuole pubbliche, mentre la Fondazione Agnelli, in uno studio analogo condotto non molti anni fa, sosteneva che nonostante la presenza di alcune realtà di chiara eccellenza, la performance della maggior parte delle scuole non statali è deludente rispetto a quelle statali”.

 

 

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