giovedì 2 Ottobre 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

UNA SECONDA NAVE ITALIANA per proteggere la Flotilla / Crosetto: “Ma garantire la sicurezza è impossibile”

Non è nostra intenzione muovere navi militari per porre guerra a un Paese amico“, con l’invio della fregata Fasan “noi siamo lì a tutelare i cittadini italiani. È lo stesso meccanismo di tutela che parte sempre”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto intervenendo in Aula alla Camera nell’informativa urgente del Governo in seguito agli attacchi alla Global Sumud Flotilla. Intanto, ha annunciato, è partita un’altra nave che si aggiungerà ala fregata inviata ieri: “Quello che abbiamo potuto fare era di inviare una nave in questo momento”, la fregata multiruolo ‘Fasan’, “alla quale si aggiungerà un’altra nave, ‘Alpino’, che è già partita e che dispone di altre capacità, casomai servissero”. Anche la Spagna invierà una nave per proteggere gli euqipaggi della Flotilla.

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GIORGIA MELONI ALL’ONU. La posizione del ministro della Difesa arriva dopo la conferenza stampa congiunta della premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in cui è stata confermata la linea di fondo: l’Italia prova a restare in equilibrio tra alleati e opinioni pubbliche in ebollizione. Giorgia Meloni ha messo al centro Gaza e la “flottiglia” con parlamentari italiani a bordo: «Non c’è bisogno di infilarsi in un teatro di guerra per consegnare aiuti. Possiamo garantirne la consegna in poche ore e in sicurezza». Roma, spiega, ha raccolto la proposta israeliana su Ashkelon, respinta dalla flottiglia, e ha messo sul tavolo un’alternativa: «Stiamo lavorando a consegnare gli aiuti a Cipro al Patriarcato latino di Gerusalemme; c’è consenso di Cipro, Israele e Italia. Aspettiamo una risposta dalla flottiglia». Poi l’appello: «Serve responsabilità, soprattutto per i parlamentari: non si può rischiare l’incolumità delle persone per iniziative che sembrano fatte più per creare problemi al governo che per aiutare i civili».

Sull’ipotesi di forzare il blocco navale, Meloni alza l’asticella della chiarezza: «Qual è l’alternativa? Mandare la Marina e dichiarare guerra a Israele? Mi aspetto risposte serie dai leader dell’opposizione». Il filo sottile della missione italiana a UNGA80 si vede qui: Roma rivendica canali umanitari “pratici”, ma evita gesti che la mettano di traverso a Washington o Gerusalemme, mentre in patria monta la protesta. Sul riconoscimento dello Stato di Palestina: la linea resta quella annunciata a New York. «Non sono contraria in assoluto, ma in assenza di uno Stato sovrano non risolve il problema. Se si vuole usare il riconoscimento come pressione politica, allora diciamo con chiarezza su chi: su Hamas». La maggioranza porterà in Aula una mozione che subordina il riconoscimento a due condizioni: «rilascio degli ostaggi ed esclusione di Hamas da qualsiasi dinamica di governo». Meloni auspica che «le persone di buon senso» in Parlamento convergano, e giudica «incomprensibile» il no dell’opposizione. Meloni si è scaldata quando il discorso è scivolato sul clima politico in Italia, dopo le polemiche seguite all’uccisione di Charlie Kirk negli Stati Uniti: ha denunciato «un clima che si sta deteriorando» e «toni che autorizzano qualcuno a pensare di poter passare all’azione».

L’INTERVENTO DI CROSETTO ALLA CAMERA

“Io consiglio e spero che tutti noi spingiamo affinché venga accettata la soluzione di portare questi aiuti a Cipro e attraverso l’intervento della Cei e del Governo italiano far arrivare questi aiuti a Gaza. Sarebbe ottenuto il risultato di portare aiuti a chi ne ha bisogno e non avremo conseguenze negative per nessuno“, ha detto ancora Crosetto. “Vorrei che fosse chiaro: non può essere presa come una manifestazione di libertà quando quella libertà entra in un altro Paese e può essere considerata da quel Paese come un atto ostile. E per quanto la nostra capacità e la nostra possibilità di pressione su quel Paese per non considerare quell’entrata un atto ostile sia costante, frequente, continua, qualunque conseguenza possa accadere deve essere messa in previsione e noi dobbiamo evitare in qualunque modo e in qualunque costo”.

“Fra coloro che navigano nella Flotilla vi sono anche dei cittadini italiani, inclusi parlamentari ed europarlamentari. È evidente dunque chequanto accaduto riguarda da vicino il nostro Paese, perché riguarda la sicurezza dei nostri connazionali in acque internazionali: il Governo italiano ha espresso ed esprime la più ferma condanna per quanto avvenuto”, ha detto ancora Crosetto. L’attacco dell’altra notte, ha ricordato però il ministro, “al momento non è stato rivendicato“. “Azioni di questo tipo, condotte contro unità civili in mare aperto, sono totalmente inaccettabili. L’episodio richiama dunque con forza i valori fondamentali della nostra Repubblica. Il rispetto del diritto internazionale, la tutela della vita umana, la difesa della libertà di espressione e di manifestazione pacifica”, dice ancora Crosetto. “Ho già ricordato pubblicamente- ha aggiunto Crosetto- che in democrazia qualunque manifestazione e forma di protesta deve essere tutelata quando si svolge nel rispetto delle regole e del diritto internazionale, e non possono essere soffocate con violenza”.

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