giovedì 3 Luglio 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

UNIMORE beffa 400 laureati: “I vostri crediti insufficienti per l’assunzione”

Laureati ma con una sorpresa a dir poco spiacevole: il titolo conseguito in Educazione e Scienze Umane all’università di Reggio e Modena (Unimore) non sarebbe più sufficiente per essere assunti come educatori nei servizi della prima infanzia, sia nel settore privato, sia in quello pubblico.

 Per questo Unimore ha scritto una mail a diversi ex studenti proponendo loro di immatricolarsi in sovrannumero (cioè in deroga al numero massimo di iscritti) per poter ottenere i 55 crediti formativi in più, non previsti nel corso frequentato a suo tempo, ma che sarebbero necessari per lavorare.

A denunciarlo sono le Cgil di Reggio e Modena insieme alle categorie Fp e Flc, che sottolineano: “Nessun altro Ateneo, all’oggi, ci risulta aver inviato comunicazioni analoghe ai propri ex studenti. Ci impegneremo per quanto in nostro potere al fine di evitare che questa situazione venga scaricata esclusivamente sugli ex studenti oggi lavoratori, i quali non hanno nessuna responsabilità se non quella, paradossalmente, di essersi laureati in Unimore e non in un’altra università”, garantiscono le sigle. Che infine chiamano anche i datori di lavoro degli educatori a farsi parte attiva nella risoluzione della vicenda.

Potere al popolo Reggio Emilia si schiera a fianco degli ex studenti. Secondo Potere “ciò che ancora peggio è stata la risposta dell’Università che ha suggerito come rimedio la possibilità di immatricolarsi, come sovrannumerari, agli anni accademici 2025-2026 e 2026-2027 con una contribuzione universitaria pari a 550 euro”. Insomma, dice l’esponente di Potere al popolo Davide Giannini, “la toppa è peggio del buco”.

La Regione Emilia Romagna esprime “forte preoccupazione” per la situazione di centinaia di educatori esclusi dai bandi per i servizi educativi dell’infanzia a causa della mancata equiparazione delle lauree che hanno conseguito negli anni scorsi ai nuovi criteri per l’inserimento lavorativo disposti da un decreto legislativo del 2017. Sulla vicenda, intervine Isabella Conti, assessore regionale al Welfare, che sottolinea: “Parliamo di persone qualificate, che con competenza, passione e determinazione, hanno contribuito giorno dopo giorno alla crescita dei nostri bambini”. Tuttavia oggi “queste educatrici ed educatori si ritrovano appesi a un vuoto normativo che rischia di cancellare in un colpo solo anni di studio, formazione e impegno. Questo non è accettabile, né umanamente né istituzionalmente”, prosegue l’assessora.

La Regione, viene poi reso noto, “si è già attivata con il ministero dell’Istruzione e del Merito e con il ministero dell’Università e della Ricerca, sollecitando “una risposta urgente”, come ad esempio “una sanatoria che valorizzi i percorsi già svolti, riconosca i crediti maturati e restituisca certezze a chi ha investito nella propria formazione e nel proprio lavoro con senso di responsabilità verso i più piccoli”. Insomma, conclude Conti, “non possiamo lasciare sole queste persone, soprattutto in un momento storico in cui i servizi educativi sono sotto pressione e più che mai fondamentali per la tenuta sociale del Paese. L’ingiustizia va sanata: non si può scaricare sulle spalle di chi ha agito in buona fede, seguendo le regole, l’incapacità di adattare le norme alla realtà”.

A Modena e Reggio Emilia, intanto, la Cgil contesta la proposta di Unimore che ha proposto agli educatori interessati- circa 400- di “tornare sui banchi” per ottenere i crediti formativi mancanti necessari per poter lavorare.

Articoli correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

CATEGORIE ARTICOLI

Articoli recenti