Il Tribunale dei minori dell’Aquila ha deciso di togliere i bambini ai genitori che vivono in una casa nei boschi di Palmioli, in provincia di Chieti in Abruzzo, e sistemarli in una struttura protetta. Il provvedimento, eseguito ieri, sospende la potestà genitoriale in via esecutiva e prevede il collocamento dei minori in una comunità educativa per un periodo di osservazione.
L’intervento è stato gestito dai servizi sociali alla presenza dell’avvocatessa Marika Bolognese, curatrice speciale nominata dal Tribunale per i minori dell’Aquila. Nathan Trevallion, il padre, ha spiegato che dopo una trattativa tra il loro avvocato (Giovanni Angelucci) e i servizi sociali, è stato accordato alla madre, Catherine, di andare anche lei a vivere nella struttura protetta di Vasto dove sono stati accompagnati i bambini: una femmina di otto anni e due gemelli di sei.
Il padre parla comunque di bambini “strappati ai genitori” e di una vicenda per cui rimarranno “traumatizzati“. La decisione del Tribunale dell’Aquila è destinata a far discutere a lungo. Già ora, ci sono stati molte voci che si sono levate per dire che è stato sbagliato intervenire per allontanare i bambini da una vita in cui stavano bene e non mostravano segni di sofferenza.
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L’attenzione e l’intervento dei giudici sono stati contestati da molte persone e la vicenda ha suscitato una grande partecipazione, con migliaia di firme raccolte nelle ultime settimane a sostegno della tesi di lasciare i bambini con i loro genitori.
Su Change.org la petizione perchè i figli venissero lasciati a vivere con i genitori accumulato firme su firme e ora sono arrivate a essere più di 36.000. Ma questo non ha fermato la vicenda giudiziaria, che ieri appunto è arrivata all’epilogo: patria potestà sospesa e ordine di spostare i bambini in una struttura protetta. Nathan Trevallion, ieri, ha seguito in auto i veicoli dei servizi sociali ed è andato a vedere la struttura di Vasto in cui moglie e bambini ora si trovano.
Tra le motivazioni del provvedimento, il magistrato ha riportato le condizioni vissute dai minori nell’ex casa colonica: un immobile con criticità senza acqua corrente, luce, gas e bagno. Inoltre, i giudici sostengono che i genitori abbiano “leso il diritto alle relazioni” dei tre bambini, visto che non li mandano a scuola e studiano a casa con il metodo dell’un-schooling e non hanno possibilità di socialità con coetanei. I genitori, nelle scorse settimane, pur essendo convinti sostenitori dell’home schooling, avevano per la verità spiegato di aver provato di recente a mandare a scuola i bambini, ma che erano stati loro stessi a non volerci andare, per il troppo rumore che c’era.
Cosa farà il padre oggi? “Penserò prima a dar da mangiare ai nostri animali, perché non posso abbandonarli. Poi prenderò l’auto e andrò di nuovo davanti alla casa famiglia per vedere di cosa hanno bisogno Catherine e i piccoli. Porterò con me le loro valigie con tutto il necessario perché quando sono venuti a prelevarli hanno fatto in tempo soltanto a prendere lo stretto necessario per la notte”, ha detto Trevallion al Messaggero. L’uomo ha anche detto che la notte appena trascorsa, la prima senza i figli in casa, è stata “la peggiore della sua vita”
Sui social, il ministro Matteo Salvini è intervenuto duramente per stigmatizzare l’intervento dei giudici: “Mi ripropongo, non da ministro ma da genitore, da padre e da italiano, di seguire direttamente la vicenda di questa famiglia. Trovo vergognoso che lo Stato si occupi delle scelte di vita personali di due genitori che hanno trovato nell’Italia un paese ospitale e che invece gli toglie i bambini. Sono stato nel campo rom di Giugliano alle porte di Napoli la settimana scorsa, con centinaia di bimbi in età scolare e non a scuola, sporchi, senza insegnanti, senza luce gas e acqua e con genitori che in molti casi campano rubando. Lì dove sono gli assistenti sociali? Dov’è la procura, il tribunale dei minori, lo Stato? Ho firmato la petizione online in loro favore e invito chi è d’accordo a fare altrettanto:”. E incolla il link della petizione su Change.org.
FONTI: Agenzia Dire – www.dire.it, Il Messaggero, Lega, Matteo Salvini, Tribunale dei minori dell’Aquila, Change.org
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NOTA. La decisione del tribunale dell’Aquila è lo specchio di un rigido conformismo, alimentato dal ruolo che giocano gli assistenti sociali, spesso non all’altezza delle situazioni famigliari che riguardano i più deboli, i bambini. Leso il diritto alle relazioni, hanno scritto i giudici. Ancora una volta la bilancia della giustizia pende dalla parte delle istituzioni e della burocrazia che le sorregge, nella colpevole disattenzione su ciò che avviene sotto gli occhi di tutti. I bambini incollati per ore e ore davanti a un pc o a un cellulare, del tutto disinteressati a ciò che li circonda, senza alcuna relazione, non meriterebbero per caso l’attenzione dei solerti assistenti sociali? Una situazione, va sempre ricordato a chi si distrae, che sta diventando insostenibile, accompagnata dall’immobilismo delle istituzioni stesse e dei guardiani dei bambini e delle famiglie, oltre che del legislatore. E un occhio al mondo della scuola investita da fenomeni violenti e allarmanti che riguardano i giovanissimi vogliamo proprio non gettarlo? Oppure deve restare vana la speranza di vedere interventi risolutivi, prima, però, che a doversene occupare sia la cronaca nera?
