In qualità di soci pubblici, gli enti locali hanno “evidenziato la loro contrarietà a Sapir”, la società che gestisce il porto di Ravenna, ottenendo lo stop al passaggio dei container. La società ha raccolto l’invito e espresso la propria “indisponibilità a fare entrare nei propri terminal” quei carichi, che pertanto “oggi non transiteranno dal porto di Ravenna”. Ora, è il messaggio spedito però da Barattoni nel corso di una conferenza stampa tenuta in municipio, “serve una azione del Governo italiano, che fa finta di non sapere che dai nostri porti continuano a transitare armi destinate ad azioni contrari alla nostra Costituzione”.
Nella mail inviata al presidente di Sapir Riccardo Sabatini, gli enti locali hanno fatto anche un passo in più, per scongiurare in futuro il passaggio di altre armi dirette a operazioni come quella in corso a Gaza: “Come atto generale- si legge nella lettera- proponiamo anche di inserire formalmente nel codice etico di Sapir un articolo relativo al valore della pace, al rispetto dei diritti umani da promuovere verso tutti i vostri clienti e fornitori”. L’idea è che Ravenna “abbia doveri nei confronti delle popolazioni vittime di massacri come quella palestinese nella Striscia di Gaza.
C’è sempre una parte dalla quale stare e l’Emilia-Romagna e Ravenna hanno ben chiare quale sia, quella delle vittime innocenti e degli ostaggi, non quella dei governi criminali e delle organizzazioni terroristiche. Ogni azione, compresa l’inazione, è un’azione politica”.
Alla conferenza stampa tenuta nella sala del Consiglio comunale anche la presidente della Provincia ravennate Valentina Palli. “Ci siamo mobilitati con fermezza e celerità- afferma Palli- per raggiungere questo obiettivo”, appunto il divieto di passaggio da Ravenna dei contanier pieni di materiale bellico. “Per noi è inaccettabile- dice Palli- purtroppo quando la stessa cosa è capitata a giugno lo abbiamo saputo solo il mese successivo”.
FONTI: Comune di Ravenna, Provincia di Ravenna, Sapir, Agenzia Dire – www.dire.it, Portuali Ravenna