sabato 9 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

SANITA’ SGRETOLATA / “Codice Rosso” di Gabanelli e Ravizza

Milena Gabanelli e Simona Ravizza hanno pubblicato Codice Rosso – Come la sanità pubblica è diventata un affare privato (Fuoriscena, pagine 256, 18 euro), l’inchiesta più completa sulla sanità pubblica che si appresta a essere una pietra miliare di un giornalismo ancora in grado di fare informazione. Un libro che descrive, cifre e fatti alla mano, il sistema assistenziale e ospedaliero italiano, oggi aggredito da privati e affaristi, con la compiacenza di una certa politica che regge loro il sacco.

Il tutto in un contesto dove si preferisce  far pendere la bilancia dalla parte delle strutture private, lesinando il sostegno del pubblico. Prova ne è la recente Legge di bilancio varata dal governo e all’esame del Parlamento. Non è un caso che imprenditori della sanità privata, legati a cordate politiche sempre attente ai loro desiderata, controllano grandi organi di informazione, adatti  a esercitare azioni di lobbying sulla pubblica opinione e sui legislatori.

Un cerchio che svantaggia chi ha bisogno di cure, tralasciando di proposito un fattore che riduce a pezzi la giustizia sociale: pur avendo già pagato l’assistenza sanitaria, il cittadino si vede costretto a un ulteriore sacrificio per accedervi nella forme più efficaci e nei tempi più ristretti e tempestivi. Un assist per i privati.

La sanità publica italiana era un modello per il mondo intero – ci dimostrano la fondatrice e la caposervizio della seguitissima rubrica Dataroom del Corriere della Sera – ma si è sgretolato. Siamo in tanti ad averne avuta esperienza diretta, non esisteva però ancora un libro che in profondità, con documenti, report riservati, storie, testimonianze e dati aggiornatissimi, raccontasse come si è arrivati al tracollo e alla deriva di un sistema dove per chi non ha soldi diventa sempre più difficile curarsi, ma, come si potrà leggere, non basta potersi permettere visite ed esami a pagamento per sentirsi al sicuro.

Che cosa rivela Codice rosso? Una linea ininterrotta di passaggi scandalosi che visti in una quadro d’insieme mostrano un labirinto che autorizza a ricorrere alla parola  “indignazione” anche se le due eccellenti giornaliste preferiscono parlare di “sgomento”.

Scrivono “che in sala operatoria finiscono chirurghi senza aver eseguito un numero minimo di interventi necessari per padroneggiare il bisturi; che se abbiamo un’emergenza e dobbiamo correre all’ospedale, non è improbabile che a visitarci ci sia un medico gettonista arruolato attraverso cooperative e in servizio da più di dieci ore; che il grande affare delle assicurazioni arriva a generare interventi non necessari ma praticati lo stesso per ricevere i rimborsi, con conseguenze drammatiche; che nel privato c’è perfino chi sta lavorando a programmi per individuare ipocondriaci e proporgli pacchetti d’esami e visite a pagamento; e molto altro.

Gabanelli e Ravizza (nella foto) raccontano da anni con Dataroom le falle del Servizio sanitario nazionale, mettono nero su bianco la condizione in cui versano gli ospedali (nel libro trovate le liste degli istituti – anche blasonati – con macchinari vecchi e inadatti; punti nascita e Pronto soccorso da evitare), lo svilimento della medicina di base e delle professioni mediche, gli interessi e le strategie delle lobby dei sindacati di categoria (medici di famiglia, farmacisti…) per difendere lo status quo, l’ordinaria follia a cui è sottoposto chi deve prenotare una visita e perfino chi deve gestire una malattia anche grave, e la speculazione che ruota attorno alle residenze per anziani.

Sulla mancanza di personale, ormai endemica, è utile soffermarsi sul fenomeno dei “medici a gettone”, ingaggiati tramite cooperative, superpagati rispetto alla normale retribuzione nel settore pubblico. “Ingaggiati – ci ricorda Codice Rosso – nonostante vengano pescati talvolta tra coloro che non erano riusciti ad accedere alle scuole di specializzazione”. Lavorano fino a 48 ore filate, in turni sfiancanti. Tra le scoperte fatte da Gabanelli e Ravizza c’è quella dei “gettonisti” arruolati come ostetrici ma senza alcuna formazione per  fare parti cesarei, o dei medici di pronto soccorso senza alcuna competenza e preparazione nella medicina d’urgenza. Insomma, sta diventandando predominante una “sanità in subappalto” come avviene nei lavori pubblici con controlli sempre più ridotti e con disastri in  aumento. Infine, tutto questo è funzionale alla sanità a pagamento, che a sua volta veicola un inganno non sempre visibile.

La denuncia ha un unico obiettivo: rendere consapevoli i cittadini delle vere ragioni di un malfunzionamento, in modo che non si possa più raccontar loro menzogne, e pretendere quindi dalla politica la competenza necessaria a riparare gli immensi errori commessi fino a questo momento.

Codice Rosso porta a galla anche fenomeni, conflitti d’interesse e storture inquietanti: l’opacità della formazione dei medici di base (tre anni di corso scadente, mal pagato e spesso vecchio in mano al loro stesso sindacato);  le scuole di specializzazione accreditate che non hanno i requisiti minimi per specializzare i medici, senza contare – ed è la cronaca esplosa negli ultimi anni – “la voragine che si è aperta nei reparti di medicina di emergenza-urgenza, senza contare la mortalità infantile altissima al Sud. Il male ha un’origine: l’aggressione al servizio sanitario nazionale dei privati, ovvero cliniche, cooperative di professionisti, i medical center, la farmacie, le asssicurazioni…

E la sanità privata? Gode e raccoglie i frutti, spesso immeritati, di questo declino. Basta un esempio per far comprendere la strategia di fondo: molti ospedali privati convenzionati che vengono rimborsati per le loro prestazioni rimandano le prenotazioni all’anno successivo, come se “a Natale fossimo tutti più sani e in forma”. Il mistero è presto svelato: la struttura privata in  questo periodo ha già raggiunto il numero massimo di rimborsi consentiti con la conseguente perdita dei margini di guadagni. Far attendere i pazienti fino all’anno successivo è l’uovo di colombo per rimpinguare il fatturato.

L’indagine di Codice Rosso svela, infine, una curiosità che costa parecchio agli italiani: alcuni medici degli ospedali privati sono “paritcolamente inclini a operare le colonne vertebrali”. Come mai?  Semplice, è  l’intervento chirurgico più remunerativo tra tutti quelli che lo Stato rimborsa.

Piero Di Antonio

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Milena Gabanelli e Simona Ravizza presentano il loro libro Codice Rosso oggi, mercoledì 30 ottobre, in Sala Borsa a Bologna. Inizio alle 18.

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