di Piero Di Antonio
— Il video dell’intervento di Michelle Obama alla Convention democratica di Chicago andrebbe trasmesso nei licei e istituti superiori italiani. Lo si trova sui siti delle tv Usa. Chi ha difficoltà con l’inglese può ricorrere a raffinatissimi traduttori disponibili in Rete.
Sulla ABC lo hanno trasmesso in diretta: da cittadino scoraggiato dall’Italia ma ostinatamente ancora italiano perché legato alla grande storia che abbiamo alle spalle, ho provato un inusuale senso di inferiorità, il complesso di vivere in un Paese che ha perso passione e cuore.
Vedere e ascoltare il discorso di Michelle Obama è stato emozionante, un salto in un’America che sa ancora stupire. Per venti minuti e più, l’ex First Lady ha illuminato i volti di migliaia di delegati, li ha commossi e, soprattutto, li ha resi più convinti nel sostenere la battaglia anti-Trump che i dem stanno conducendo.
“Do something” (fate qualcosa) ha scandito più volte MIchelle, con voce squillante e chiara, e con i tempi giusti. Ma l’emozione è venuta dall’aver ascoltato e condiviso parole e concetti che uscivano dal cuore. Un discorso a braccio che è stato, a mio avviso, un capolavoro politico di una donna che sì, è stata per otto anni la First lady degli Stati Uniti, ma che vanta una storia di militanza e passione civile che ne hanno modellato il talento, e di studi che ne hanno affinato la filosofia e la strategia politica.
Ci preoccupiamo delle nostre scuole, prigioniere di liturgie e programmi arcaici e inconcludenti che allontanano i giovani o che non sanno affrontare il disagio che esprimono, spesso e purtroppo, attraverso comportamenti allarmanti. Farli assistere in classe per venti e più minuti al discorso di Michelle aprirebbe le loro menti, indicherebbe una strada che oggi pochi percorrono, perché si antepone “il tutto, il semplice, il subito” o perché i giovani sono preda dei cattivi maestri del cinismo e dell’indifferenza..
Capirebbero, i nostri ragazzi, il perché si debba amare e rispettare il proprio Paese, senza scadere però nei terrificanti e inconcludenti nazionalismi; si renderebbero conto di come l’ascensore sociale in America funziona e ti fa salire, se lo vuoi, in qualsiasi piano della scala sociale.
Un’altra donna eccellente, per inciso, ha infiammato la Convention dei Dem: Alexandria Ocasio-Cortez. Fino a qualche anno fa faceva la cameriera in un bar di New York, oggi è la stella nascente della sinistra progressista americana.
Raccontare queste storie non farebbe che bene ai nostri studenti, ma fargliele toccare con mano attraverso le immagini e le parole delle protagoniste avrebbe un impatto maggiore.
Avrebbe lo stesso valore e la stessa importanza di una indispensabile lezione di democrazia, di inclusione, di civiltà. Non è un caso che il discorso di Chicago sia stato seguito in tv e in Rete da milioni di persone.
Non c’è dubbio alcuno: la signora Obama è, e sarà, la più grande non-candidata alla Casa Bianca che gli Stati Uniti abbiano mai avuto.
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